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Cenni Storici

Esistono diverse ipotesi sull’etimologia del toponimo Capriata: dalle numerose capre pascolanti su questi pianoro ,a case di pietra(caprìa) o case di pietra vicino al rio come come suggerito dalla versione in vernacolo Ca-vi-riò.

La zona, attraversata da percorsi che inerpicandosi lungo le valli raggiungevano i passi montani, scendendo poi al mare, era abitata anche in epoca preistorica.
Lo tetimoniano i rinvenimenti, in zona Albedosa-Tramontanino sul masso di arenaria sangiu dei strie
,  di coppelle e segni pediformi della media età del ferro.

Ulteriorie conferma della presenza sul territorio di centri demici di Ligures, dovuta alla sua felice posizione, giunge dai recenti scavi archeologici in zona San Nicolao che hanno messo in lucereperti di arte funeraria del VI-V sec. a.C.
In epoca romana, il territorio di Capriata appartiene all’agro dertonense e, secondo recenti e dettagliati studi, il decumano (est-ovest) della centuriazione attraversava il centro paese per dirigersi verso la cascina Gazzolo, mentre il cardine (nord-sud) si indirizzava verso Silvano, attraverso le ante strade interpoderali.
Della presenza romana sono rimastenumerose traccie a partire dalla grande stele di S.Agata (I sec d.c ) ritrovata nell’Orba nel 1926, che assegna il territorio alla tribù romana Pomptina (la stessa a cui appartengono gli abitanti di Dertona) per finire con la recente scoperta dei resti di un edificio rurale in località  Panattiano (I sec. d.C.).
Altri ritrovamenti di reperti di epoca romana sono avvenuti su tutto il territorio comunale: in particolare a Castelvero, sull’Albedosa, in un campo detto “dei mattoni” o di “San Marziano”,si sono rinvenuti numerosi cocci di ceramica campana,sigillata italicadi altri impasti locali ben cotti databili dal I sec. a.Cal sec d.C. Anche in zona Pedaggera sono state rinvernute monete e tombe romane come pure (da B.Campora) lungo la locale strada vecchia in prossimità della zona cimiteriale dei Sangiorgi.
Questi ritrovamenti confermerebbero la presenza di un tracciato viario minore,usato come vretella di collegamento,per unire le due grandi arterie consolari : la via Postumia e l’Aemilia Scauri.
La presenza di questo itinerario ha portato la tradizione erudita, di cui si è fatto alfiere Bartolomeo Campora, ad ipotizzare il transito su questa via di Decimo Bruto all’inseguimento di Marco Antonio (710 ad U.c.) e succesivamente in epoca barbarica, di Alarico re dei Visigoti (403 d.C.) che fuggendo da  Pollenza,tenedo i colli “quos appeninum perhibent” ripassa il fluvium miri cognominis Urbem all’altezza di Capriata.
Recenti studi sulla toponomastica romana ipotizzano come la colonizzazione, nel territorio capriatese, possa aver creato i nuclei nel luogo di Tollianum (doc. del 981) insieme a Capriana (doc. del 973) entrambi con le tipiche caratteristiche dei toponimi fondiari latini.
Con l’avvento dei Longobardi sale in primo piano la urbem vastissimam  silvam (la selva dell’orba citata dal cronista Paolo Diacono) luogo di caccia riservato ai loro re, come ci tramanda il toponimo “Bosco del Gazzolo”(Gahagi in longobardo vuol dire bandita),ma anche luogo di agguati e ,al caso, di incontri amorosi.
Tuttavia , nel 568 i BIzantini riconquistano molti capisaldi oltre gli Appennini (la nostra zona) e durante questo loro interregno durato fino al 605 costruiscono un limes difensivo di castra che ingloba diversi centri della zona,fra i quali si ipotizza fosse compresa Capriata.

Nel periodo del 981 fra le donazioni della regina ed imperatrice Adelaide all’ Abbazia S.Pietro in Ciel d’Oro di Pavia,troviamo Tuliano, luogo identificato a nord dell’abitato insieme alla basilica ecclesia Santi Nicolai de loco Tolliano, chiesa successivamente assorbita dall’abbazia di San Siro in Genova,e poi distrutta intorno al 1227 per le continue guerre.
Di essa rimane solo in nome storpiato di Tigliano: la più antica via del paese, che correva nelle sue vicinanze.
Nell’anno delle donazioni dopo Tulianum ,compare anche terram de petro albesano e tutto farebbe pensare, storpiature incluse,alla frazione capriatese di Prato Alberato oggi Pratalborato.

Verso il 1183 ,capriata è costretta a stringere con i propri consoli intese con Alessandria,città appena nata, la quale promette in cambio di mantenere i diritti su Castelllazzo da quaranta anni addietro.

I patti però sono destinati a durar poco perchè nel 1210 , soggiacendo alle crescenti pressioni, i consoli giurano fedeltà a Genova come sui vassalli.
Nel 1218 l’intera popolazione giura spontaneamente fedeltà al Comune ligure vanificando l’influenza degli Alessandrini, la cui politica si contrappone da tempo a quella genovese.

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Ultima modifica: 24 Gennaio 2020 alle 14:10
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